TDC E' UN portale CHE vuole dare voce ad un nuovo modo di fare critica. Una critica che non attacca, una critica che respira, che si riconosce in ciò che vede. Consapevolezza, introspezione ed umiltà sono le parole che descrivono tale lavoro di ricerca. Perché fare critica non sia più scrivere solo di teatro, ma divenga finalmente scrivere per il teatro

Benvenuti :)

mercoledì 13 luglio 2011

THE YALTA CONFERENCE: TANTO BREVE QUANTO IMMENSO

di Antonio Di Mare

Non avremo mai la possibilità di scoprire cosa si dissero in realtà, i più potenti capi di stato del mondo, nel celebre incontro che ridefinì le sorti e l’assetto politico mondiale, all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale. La conferenza di Yalta è il nome del vertice tenutosi presso Livadiya (3 km a ovest di Yalta), in Crimea, nel quale, i capi politici dei tre principali paesi Alleati presero alcune decisioni importanti sul proseguimento del conflitto, sull'assetto futuro della Polonia, e sull'istituzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. L'incontro di Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill e Josif Stalin si tenne in Crimea, nella vecchia residenza estiva di Nicola II a Yalta, fra il 4 e l'11 febbraio 1945, pochi mesi prima della sconfitta della Germania nazista nel conflitto mondiale.
Sorprende, il modo in cui Oriza Hirata sia riuscito a cogliere nella sua riduzione The Yalta Conference, un dispositivo di scardinamento delle regole teatrali: eredità e fulcro della sua indagine artistica nel mondo del teatro contemporaneo con la fondazione nel 1983 della compagnia teatrale Seinendan.
La prima parte dello spettacolo è incentrata sulla decisione dell’assetto che dovrà assumere l’Europa, mentre la seconda parte è focalizzata sulle modalità di gestione della questione giapponese. Lo stile dei dialoghi, impostato da Hirata, è volutamente colloquiale: esso tende a rompere gli schemi della rappresentazione classica nel teatro contemporaneo ed a donare nuova linfa vitale a un’idea di teatro, che procede di pari passo con l’invasione forzata in una situazione tanto fondamentale, ma soprattutto tanto storica, tanto reale, come lo è stata la conferenza di Yalta.
C’è grandissima consapevolezza nel gioco sottile di Hirata, riguardo la scelta della totale (im)plausibilità delle parole che sono state realmente usate dai tre principali esponenti politici durante la vera conferenza in Crimea. Dietro la ricostruzione del regista giapponese vi è un accurato percorso storico per calare lo spettatore in quel dato contesto, in quel preciso istante che ha cambiato le sorti della storia europea e mondiale. C’è un senso di inevitabilità, quasi a voler testimoniare che la Conferenza di Yalta rappresenta una eccezionale crepa teatrale, nell’ordine di una concezione artistica che risulta di grandissimo spessore, in cui proprio la compostezza e l’austerità del momento costituiscono la perfetta leva dialettica per un discorso di (quasi) surreale anarchia degli ottimi interpreti della pièce giapponese.
30 minuti per sconvolgere il mondo del teatro e 30 minuti di intensità narrativa di altissimo livello. E’ da quel fondamentale episodio politico che può partire una riconsiderazione, o meglio un ribaltamento, del teatro contemporaneo, con nuovi stilemi e nuove regole: teatro che è riconsiderazione della lingua, riconsiderazione dei dialoghi, riconsiderazione dei personaggi, riconsiderazione dei luoghi o non-luoghi delle storie. Incontro con nuove strutture logico-semantiche, per affrontare un nuovo cammino artistico, cammino firmato Oriza Hirata.

THE YALTA CONFERENCE -PRIMA ITALIANA
testo e regia Oriza Hirata
attori Hiroko Matsuda (Stalin), Yukari Takahashi (Roosevelt), Yozo Shimada (Churchill)
scene Itaru Sugiyama
luci Tamotsu Iwaki
sottotitoli Aya Nishimoto
produzione Seinendan Theatre Company
lingua giapponese con sottotitoli in italiano

1,2,3 Luglio 2011 ore 19:00 Museo di Capodimonte, Salone delle Feste, Napoli

Nessun commento:

Posta un commento