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martedì 12 luglio 2011

THE TEMPEST: LA SAGACE IRONIA DI DECLAN DONNELLAN



di Antonio Di Mare

Quando si cerca di parlare o interpretare capolavori letterari e artistici della storia dell’umanità, ci sono sempre dei rischi. I rischi in genere sono tre: parlarne “solo” bene, “solo” male, o non parlarne affatto. Ci si stupisce come, il più delle volte opere immortali, simbolo di epoche, prima di incastonarsi con forza, ma soprattutto di diritto nella gloria dei tempi a venire, possano non essere facilmente afferrati. Spesso, risulta quasi inappropriato, chiedere a questi nobili e fragorosi gesti, in vista di un elevamento del consorzio umano a più che semplici esseri viventi fatti di carne e ossa, di essere contemplati, osservati, o, parafrasando Goethe,  di “fermare l’Attimo”, quell’attimo, di ineguagliabile bellezza narrativa, od ancora, alla maniera del poeta tedesco Schiller, quando, tentando di cogliere il senso della Nona Sinfonia, di Ludwig Van Beethoven, disse che il Maestro tedesco aveva “afferrato il Destino per la gola.”
Vi è poi un’ altro caso di indagine, espressamente in  linea con lo spettacolo in questione, la affascinante riduzione shakespeariana The Tempest di Declan Donnellann, tra i maggiori ed accreditati interpreti del Bardo a livello mondiale, di accompagnamento, dell’intera intensità narrativa ed esperienza artistica sul piano invisibile dell’Ironia. Donnellann, per la realizzazione di questo espediente, gioca su due fattori: il fatto che la penultima opera di Shakespeare, sia la più intensa e più densa di significati, dunque quella che da sola, proprio per la sua complessità, potrebbe costituire una delle chiavi di volta per dischiudere l’intero pensiero shakespeariano; ed in secondo luogo, sul fondamentale scarto della Lingua, a mio avviso ancora più centrale del primo passaggio interpretativo. Recitare classicamente Shakespeare in inglese, rende noto tutto un’ universo di gesti, movenze corporee, battute, accenti, sguardi, che è parte integrante della Cultura Inglese, per poi divenire in ultima istanza universale.
Lo scarto è ottenuto grazie all’utilizzo della Lingua Russa e di Attori Russi. Questo espediente rappresenta la sfida, la territorializzazione forzata in un campo diverso, differente, forzatamente distante dalle dinamiche del sottosistema teatrale inglese: con i suoi riti, i suoi espedienti, la sua fisicità, i suoi impianti scenici, fino ai confini dell’esperienza linguistica stessa. Dentro ogni linguaggio c’è sempre un mondo diverso, ognuno differente per sua stessa costituzione. L’aspetto più geniale da parte del regista è stato cogliere questo punto fondamentale: l’inafferrabilità, la gloria, ciò che rende un’opera teatrale impareggiabile, sembra essere il fatto che essa sia (linguisticamente) ironica. Ironia da intendersi nel senso alto e sublime, attribuitole da un autore come Thomas Mann, sarebbe a dire, un’Ironia che tutto corrode, tutto rende instabile, precario, regno del sottosopra, della metafora, dell’Incantesimo, della Magia. L’Isola di Prospero, legittimo Duca di Milano, e della figlia Miranda, è l’Isola dell’Ironia. Tutto si confonde, tutto è frutto delle potenti arti magiche di Prospero, fino a che Caliban e gli uomini della ciurma approdati naufraghi sull’isola non (ri)porteranno la vita, al suo vero aspetto. E’ incredibile, come poi, il Mago Ermetico Prospero, invochi Il Pubblico, ciò che non è reale più ancora dell’Irreale, alla fine dell’opera ad aiutarlo, richiedendo l’aiuto di poteri oltre quelli della finzione per liberarlo, dimostrando che poi, tutto sommato suo unico scopo è stato quello di far divertire il suo pubblico.
Noi siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni … Sarà dunque vero oppure, una sottile, sagace risata è tutto quello che resta?


THE TEMPEST- PRIMA ITALIANA
regia Declan Donnellan
attori Igor Yasulovich, Anna Khalilulina, Andrey Kuzichev, Alexander Feklistov, Mikhail Zhigalov, Ian Ilves, Evgeny Samarin, Pavel Kuzmin, Aleksander Lenkov, Ilya Iliin, Sergey Koleshnya, Gela Meskhi, Maxim Onishchenko, Vadim Norshteyn, Sergey Zaytsev
produzione Chekhov International Theatre Festival (Moscow), Les Gémeaux, Scène National (Paris, Sceaux, France)
musica Dmitry Volkov
scene e costumi Nick Ormerod
interprete e consulente letterario Anna Kolesnikova
coreografo Konstantin Mishin
in collaborazione con Cheek by Jowl (London, Great Britain)
lingua Russo con sottotitoli in italiano

30 Giugno, 1 Luglio ore 20:30, Teatro Mercadante, Napoli                        

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