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venerdì 17 giugno 2011

QUALE ESSERE?

di Federico Mattioni

Essere o non essere, diceva l’Amleto di Shakespeare. E questa è la domanda, non il problema.

Chi essere tu, ma più che altro: “Chi sei tu”? Domande perlopiù senza risposte che mirano a rendere direttamente partecipe il pubblico sin dal momento in cui si trova sulla soglia del botteghino del teatro. Non c’è bisogno di entrare nella sala, disporsi di fronte alla scena, e lasciarsi andare ad uno spettacolo, uno show, una performance (definizione che l’autrice tiene a sottolineare).

Chi essere tu gioca sul tasto del coinvolgimento emotivo, poiché siamo tutti parte di uno strano disegno. Poi nel buio, e sulla luce accecante di una torcia, ha inizio il gioco in una scena scarna e spoglia (una sorta di purgatorio arcaico, ma allo stesso tempo ante-litteram) che apre scenari corrotti di subordinazione al fato, al dolore e ai rigidi schemi del controllo sugli esseri umani.

Greta Agresti ci conduce, burattinaia e burattino allo stesso momento del suo circo degli orrori, un piccolo universo oscuro e inquietante, costellato di personaggi bizzarri che ne ricordano altri di cinefila memoria, un microcosmo di cavie umane che vogliono trasformare a sua volta il mondo in una cavia gigante.

C’è la giovane esaurita e follemente servile, la donna-capo che fornisce codici di identificazione per il lasciapassare in una sorta di lager pasoliniano alla Salò - ogni spettatore ne ha uno accanto al proprio nome - giovani presenze esili e rigidamente organizzate all’entrata, e infine all’interno il piccolo inferno.

Il piccolo inferno è allestito nella penombra, dove la regina del male (compiaciuta nella sua condizione), un pò Joker e un pò It, se ne sta stravaccata su una grande poltrona rivestita di cellophane a sputare sentenze su progetti ed esiti di torture, con i suoi assistenti.

Il perverso disegno si riversa poi in una sorta di riflessione sulla coscienza scissa dal bene e dal male, senza tutte quelle zone di grigio a cui vorremmo essere abituati che gli stessi spettatori si troveranno poi di fronte a loro stessi, in un gioco di specchi.

Si ha l’impressione di aver assistito e partecipato al primo percorso di una mente geniale, un progetto in evoluzione, offuscato da messaggi torbidi e confusionali che volutamente lasciano smarrire il pubblico riguardo il messaggio finale. Chi siamo? Chi sono loro? Ma soprattutto dove siamo finiti? Tutto questo lascia supporre che non ci sia solo un mondo né tantomeno una sola soluzione.

Questo, l’autrice, regista e protagonista Greta Agresti (straordinaria trasformista, e maschera inquietante al centro della scena), lo sa benissimo. E ce lo dimostra divorandosi la scena tutta intera, in un grottesco balletto d’ingiurie di lynchiana assuefazione.

Compagnia DIONISOINDEMETRA - ?CHI ESSERE TU?

Non puoi non esser ci dispiacerebbe

Teatro – Cinema - Fotografia

Testo e Regia Greta Agresti

con Greta Agresti, Stella Novari, Annalisa Lori, Flavia Fermana de Lipsis, Valerio Sirna, Guido Goitre, Massimiliano Frateschi, Tiziana Magnani, Giacomo Peddis

9-12 giugno 2011 dalle ore 20.30 – Kollatino Underground, Roma

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