TDC E' UN portale CHE vuole dare voce ad un nuovo modo di fare critica. Una critica che non attacca, una critica che respira, che si riconosce in ciò che vede. Consapevolezza, introspezione ed umiltà sono le parole che descrivono tale lavoro di ricerca. Perché fare critica non sia più scrivere solo di teatro, ma divenga finalmente scrivere per il teatro

Benvenuti :)

giovedì 2 giugno 2011

PROSPETTIVA DI VOLO

di Paola Monaco

Un bagliore improvviso di luce accecante introduce da subito lo spettatore in uno stato di shock sensoriale, una sorta di inesorabile proiezione in una dimensione comunicativa nuova, primitiva, che sovverte ogni percezione definita. Gli opposti si identificano: la luce, come il buio, oscura. Il corpo che inizia a danzare non si vede, si intuisce. Così l’immaginazione interviene a ricostruire la forma, complice solo un fragile contorno di luce, un filo scintillante che regala un’essenza. Solo due richiami sonori, a metà strada tra garrito disperato e dolce melodia, nell’attesa vana di un’eco dall’infinito.

Il resto è ricerca territoriale. Il corpo si dibatte, con il suo irregolare dispiegarsi di ali, si snoda, si contorce spasmodico, si avviluppa su se stesso, ruota incuriosito, danza con la sua stessa ombra. Poi improvvisamente si ferma, limitato dallo spazio: lo studia, lo combatte, lo affronta, soccombe sfinito, si risolleva, vincendo la sua gravità interiore. Movimenti nervosi e inquieti di un animale in gabbia, di un uomo prigioniero, alla ricerca del proprio equilibrio; breve procedere fluttuante, che sembra precorrere una rinascita.

Il corpo esce da un sacco nero, lugubre baco da seta, per riprendere, un attimo dopo, la sua lotta estenuante, che lo stordisce, lo disorienta, lo terrorizza, lo inchioda a terra. L’agire repentino ed altalenante in zone emotive estreme crea un sentore di disagio, accentuato da una musica disarmonica: ronzio di laser, legno che sbatte, metallo che tintinna, vetro che si frantuma con fragore, come in una discarica.

Preludio al quarto episodio del progetto “Homo ludens”, anteprima di Mimicry, “Bird’s Eye View” è un labirinto sperimentale, un percorso “in fieri”. Il gioco diventa pura osservazione, esplorazione di un mondo fiabesco e immaginario, popolato da esseri ambigui, alla ricerca della propria collocazione. Catapultato in un mondo magico, eppur fortemente naturale, lo spettatore riscopre la parte istintiva di sé e se ne lascia sedurre.

MIMICRY

Concept, coreografia e danza: Simona Bertozzi

Musiche: ¾ had been eliminated, Icd soundsystem

Progetto luci e set: Antonio Rinaldi

26 maggio 2011, h. 20.30 – Teatro Palladium

Nessun commento:

Posta un commento