TDC E' UN portale CHE vuole dare voce ad un nuovo modo di fare critica. Una critica che non attacca, una critica che respira, che si riconosce in ciò che vede. Consapevolezza, introspezione ed umiltà sono le parole che descrivono tale lavoro di ricerca. Perché fare critica non sia più scrivere solo di teatro, ma divenga finalmente scrivere per il teatro

Benvenuti :)

giovedì 9 giugno 2011

ARGOTMENTANDO: NUOVE DIREZIONI E SPERIMENTAZIONI DI UN TEATRO CHE GUARDA OLTRE.


di Stefano Tibaldi

La storia è nota. Ma la messa in scena dei giovani artisti del progetto teatrale Argotmentando è innovativa. Un melologo a cinque voci accompagnato in modo quasi ipnotico dalla musica dello Hang, che amplifica a dismisura la struggente bellezza della storia. I monologhi e i pochi duetti sono spinti alla massima profondità nell'animo dello spettatore dai tasti del singolare strumento.
E' teatro che si scontra con la musica, si intreccia e alla fine si armonizza: la stessa discordia/armonia che esiste tra le leggi del cuore (Antigone) e l'osservanza delle regole (Creonte). Il trono, unico elemento scenografico, è posto dietro gli attori. Parlano al re, ma guardano il pubblico. Forse, il pubblico, è il vero sovrano dell'attore: colui che giudica, elogia o condanna. Il vero teatro, quello che rimane impresso, non ha bisogno di scenografie. L' energia della storia va ricordata.

In poco più di 25 minuti, il teatro si è riempito di una vibrazione straniante e unica, percepibile anche dopo la visione. Una ragazza che si pettina ha aperto il secondo spettacolo. Chi meglio di una donna per raccontarci l'arrivo della vecchiaia con l'inevitabile perdita della bellezza.
L' età, la sua caducità, raccontata con ironia e amarezza nel monologo di dieci minuti Divento: l'infanzia, un pezzo di carta plastificata antropomorfa che se ne va con il vento. Il semplice soffio di un ventilatore corrode quell'individuo, lo plasma ed infine lo abbandona a se stesso: non avendo più quella spinta ogni azione diviene un piccolo miracolo. Mangiare una pesca, ricordarsi la posizione degli oggetti diventano gesti sovrumani con cui confrontarsi quotidianamente se si vuole continuare a vivere.
Dieci minuti che compiono un'ellisse inverosimile sull'esistenza dell'individuo, facendoci comprendere come forse sia inverosimile l'esistenza stessa.

La terza parte della serata è stata la più toccante e la più potente dal punto di vista emozionale: talvolta non ci si ferma mai a riflettere sulle persone che hanno segnato la storia dell' umanità senza mai imbracciare un'arma. L' ideale rende una persona, uomo o donna che sia, immortale: essa viene ricordata sui libri di storia e l'arte, di cui il teatro è una delle forme più pure, ne esalta le gesta. Senza eroismi gratuiti. Solo pura e semplice arte, rappresentazione.
Libertà. Assistendo allo spettacolo Sophie21, non si può fare a meno di pensare a questa parola/diritto. La si respira ad ogni gesto, sguardo, turbamento degli occhi della donna (la bravissima Alessandra Della Guardia); persino i volantini che distribuisce non sono semplice carta: sono piccoli testamenti, urli di aiuto rivolti alle generazioni che verranno, per sconfiggere una latente passività alla tirannia e all' odio. Un odio che non è accettato, ma che lo si accetta tale in quanto la società ne è satura.
Più che ad uno spettacolo teatrale sembra di assistere alla commemorazione di una donna. Arte che commemora e aiuta a non dimenticare: non salva la società, ma può cambiare gli uomini.

HANG/TIGONE
regia: Andrea Adinolfi
con: Simona Oppedisano, Anna Severini, Marco Ceccotti, Alessandro De Feo, Eduardo Ricciardelli
musiche dal vivo di Luca Bertelli

DIVENTO
di e con Elena D' Angelo

SOPHIE21
di e con Alessandra Della Guardia


17 maggio 2011- Teatro Argot, Roma
orari:  21.00-21.30
         21.45-22.00
        22.15-22.45

Nessun commento:

Posta un commento