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giovedì 26 maggio 2011

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI : PASOLINI, L’INCONTRO

di Martina Sammarco

Al teatro Palladium il 12 Maggio 2011 è andato in scena lo spettacolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti intitolato “Pasolini, l’incontro” e presentato dal Circolo degli Artisti. Sul palco la band si mostra in tutta la sua poliedricità, creando un momento artistico di intensa fusione tra musica e disegno. Le note partorite da Enrico Molteni e Luca Masseroni accompagnano l’opera di Davide Toffolo, che, seduto al tavolo da disegno, ci conduce per mano nel mondo del vissuto di Pasolini, rievocando i momenti più importanti della sua esperienza di vita. Il tutto unito alla voce dello stesso Pasolini che rimbalza sulle pareti del teatro facendo riaffiorare ricordi ed emozioni di chi ha amato questo nostro grande artista. La fascinazione della mente creativa della band per questo mostro sacro era nota. Davide, infatti, aveva già realizzato un romanzo a fumetti dal titolo “Pasolini”, edito in Italia da Coconino Press e in Francia da Casterman. E’ da qui che lo spettacolo trae la sua ispirazione. La mente dello spettatore viene catturata dal dinamismo delle forme proiettate sullo schermo che, amplificate dalla musica, creano giochi inquietanti e seducenti macchiati di rosso sangue.

“I maestri sono fatti per essere mangiati. Mangiati, digeriti e superati” .

Le parole appaiono sullo schermo e un profondo senso di appagamento artistico e al contempo di famelica bramosia di contenere, assimilare nel proprio corpo il più possibile di questo momento, si infonde nel pubblico. Tensione e attrazione suscitano la vista di un Pasolini scarnificato fino a divenire scheletro, nudo e con le mani mozzate. A poco a poco le immagini si mescolano, rubano una lo spazio dell’altra e popolano lo schermo come tanti fantasmi. Il cannibalismo dei sensi, l’attenzione fagocitante dell’animo è desiderio palpabile che scivola con forza dentro i pori, segue la corrente del sangue e giunge al cuore per alimentarlo di nuova linfa. Un attimo e il pennello di Davide porta via ogni immagine e un nuovo foglio bianco viene proiettato sullo schermo, preparandoci ad una nuova creazione. Infine, arrivano le parole toccanti dell’orazione funebre di Moravia: “ Abbiamo perso prima di tutto un poeta e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo. Il poeta dovrebbe essere sacro!”

Ed è ancora il sangue rosso di Pasolini a segnare con tratti indelebili la fatalità del tragico finale:”La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la mia solitudine, che è la mia debolezza”.

teatro Palladium ( Roma) 12-05-2011

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