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lunedì 23 maggio 2011

ANDDiCOR: LA FIGURA DEL DOCENTE DI DANZA NELL’ITALIA DEL TERZO MILLENNIO

Negli scorsi 7 e 8  maggio si è svolta a Roma la prima delle “Giornate d’incontri e riflessioni” che l’Associazione Nazionale Docenti Discipline Coreutiche ha dedicato a La figura del docente di danza nell’Italia del terzo millennio.
L’evento, accolto presso la sede dell’ARAdanza in Roma, è stato articolato in due giornate. Le tematiche trattate in considerazione della realtà istituzionale che stiamo vivendo e delle problematiche relative alla nostra situazione di docenti in Italia. La prima sessione si è svolta la mattina del giorno 7, in programma due interventi nell’ambito Inquadramento nella realtà del lavoro.
Dopo la presentazione della prof.ssa Luciana Accettulli, presidente dell’ANDDiCor, i lavori si sono aperti con la relazione del dott. Claudio Signorelli, in merito alla Qualificazione del rapporto di lavoro tra le scuole e gli insegnanti di danza.
L’argomento mirato ad analizzare le possibilità che il mercato offre tra forma di lavoro autonomo, lavoro parasubordinato e lavoro subordinato tra le scuole e gli insegnanti di danza, è stato in parte  integrato delineando alcuni esempi di trattamento fiscale. Vista la complessità, il tema merita  un maggiore approfondimento, una chiarificazione riguardo ai compensi pagati dalle associazioni sportive dilettantistiche ai lavoratori impiegati in tali associazioni.
Sull’argomento Danza e lavoro: cosa scrivere nel curriculum e come presentarsi ad un colloquio ha preso la parola la dott.ssa Ida Altamura.
Tutte le persone che si affacciano al mercato del lavoro, devono sapersi identificare in un “ruolo -mestiere” definito e  specifico che, a sua volta, s’identifica nel settore di appartenenza.
 Sono state messe in risalto le fasi che precedono l’approccio al mercato del lavoro che durante il corso degli anni ha subito diversi e numerosi cambiamenti; oggi l’offerta che viene rilevata dagli Enti Locali e da Aziende Private sono nuove professionalità emergenti, comunemente definiti professionisti del proprio mestiere, come ad esempio quello del docente di danza.
Per coinvolgere nella condivisione di una ricerca didattica attiva, la seconda parte della giornata è stata dedicata a due laboratori pratici. Danzare la tradizione popolare: dinamiche e modelli di trasmissione nel setting educativo, condotto dalla dott.ssa Noretta Nori, ha riscosso molto gradimento da parte di quanti si sono cimentati nell’esecuzione alcune danze popolari del repertorio italiano. Travolti dai ritmi delle tarante, tipiche delle regioni del Centro-Sud e dalle coreografiche manfrine, appartenenti alle regioni del Centro- Nord, si è potuto verificare che in entrambi i modelli si espleta la funzione comunicativa  e sociale aggregativa della danza.

Sentire e guidare…Il laboratorio di teatro danza, condotto dal noto danzatore coreografo Giorgio Rossi, ha impegnato i partecipanti in un lavoro basato sul risvegliare una raffinata capacità di sentire a partire dall’improvvisazione intesa come “caduta libera”, ossia un momento in cui  non ci sono regole prefissate ma solo l’ascolto del proprio corpo e di ciò che lo circonda su canoni e temi stabiliti.


Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con lo svolgimento del secondo ambito d’interventi Insegnare nel pubblico e nel privato.
La prof.ssa Elena Viti ha sottolineato l’importanza dello studio delle materie artistiche, e della danza in particolare, come elemento specifico e strumento per la crescita culturale e civile della società moderna. Con l’introduzione di un percorso coreutico nella scuola pubblica è possibile affermare il contributo che possiamo dare alla formazione dell’allievo, predisponendolo all’approccio critico, alla discussione, alla capacità di  ampliare le capacità espressive e comunicative.
Lo spazio conquistato nella scuola pubblica dovrà inoltre servire a diffondere la cultura coreutica, insufficiente in Italia, creando una base di conoscenza anche fra coloro che non saranno professionisti o appassionati di danza, consentendo una migliore e maggiore diffusione delle attività coreutiche anche in ambiti extrascolastici, artistici, culturali e sociali.
La dott.ssa Valeria Morselli ha presentato alcune riflessioni personali sul tema Insegnare in una scuola privata tra responsabilità educative e riconoscimenti mancati che portano a concludere quanto il lavoro di docente di danza sia spesso sottostimato in relazione ai propri valori formativi (un bagaglio di conoscenze ampio da parte del docente, con una cultura che spazi dalla conoscenza artistica, medica, psico-pedagogica e metodologica). In una generale mancanza di riconoscimenti dei valori della docenza nel privato, ci si domanda quanto abbia inciso la mancanza di una legislazione adeguata della materia.
La relazione conclusiva è stata presentata dalla prof.ssa Stefanella Testa, Prospettive nella direzione didattica e artistica di un centro di danza privato proiettato nell’ambito professionale. Responsabile della direzione artistico didattica di un importante e riconosciuto centro radicato nella capitale, ha  esposto l’organizzazione della didattica all’interno di una scuola privata, i rapporti con l’utenza  e  con gli insegnanti.


Tutti i partecipanti hanno espresso grande soddisfazione per il percorso che l’A.N.D.Di.Cor. ha  proposto a soci e non soci, che ha permesso a molti di avvicinarsi ai temi proposti, non solo dal punto di vista della sensibilizzazione ma anche da quello della concreta applicazione sulle attività didattiche attualmente offerte dal territorio.

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