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mercoledì 2 dicembre 2009

LE PIETRE DELL’ARA PACIS

seroxcult.com

LE PIETRE DELL’ARA PACIS “Pietre” - Compagnia Aleph di Gianpaolo Marcucci pubblicato il 17/09/2009 Paola Scoppettuolo porta in scena, all’interno della cornice storicamente unica dell’Ara Pacis, la sua ultima produzione, “Pietre”. «…vorrei proporre una estensione della mia linea di ricerca e, al tempo stesso, una rivisitazione dei temi concernenti il rapporto tra danza e poesia, tra l’esperienza del senso ultimo delle cose in termine di parole e l’esperienza, invece, realizzata nei termini del movimento dei corpi, dei contatti, del fluire continuo di una energia caratterizzata in senso intenzionale». (Paola Scoppettuolo) Una casa; oggetti di famiglia; dei vestiti, uno stendino, una sedia. Una sedia, ma sono due, sono due come il rifugio; e la prigione. E se tutta a un tratto un giorno ti svegliassi all’interno della tua mente, e scoprissi che è una casa? Una casa, ma senza porte, ne finestre. Senza corridoi se non quello della routine, senza scale. Quello che vedi sei tu, è dentro di te, ed è irrimediabilmente immobile, fermo, pietrificato. Non è consentito gridare, né sussurrare. Non è possibile sognare se non d’essere la madre di un feto inesistente. Allora divieni folle, ma non puoi, non è più così facile. La follia è una scusa per privilegiati, Ora se tu a vagare. L’abisso mentale è la tua meta agognata, e la pietra, la pietra che hai dentro, per quanto tu riesca a dimenarti, sta prendendo possesso di tutta te stessa. Pietrificazione, paralisi dell’animo, stasi. Silvya Plath, poetessa morta suicida l’11 febbraio 1963, è di nuovo protagonista della ricerca di Paola Scoppettuolo. Dopo “la carne e il corpo sacro”, attraverso il suo ultimo lavoro Pietre la giovane ma già affermata coreografa romana, vuole raccontare il ristagno e la fissità dell’animo che contiene compresse, sovrapposte e pressate in sé tutte le emozioni, le tensioni, e le paure dell’uomo. Il canale è quello dell’interpretazione danzata della poesia della scrittrice americana “The Stones”. Nel lavoro si intravede lei, il suo dolore, la sua forza, la sua incomunicabilità. Anche il marito Ted Hughes, protagonista ambiguo della vita e della morte dell’artista, è richiamato in scena nel ruolo di molesto carceriere. I costumi sono scenografia e mutano in continuazione, in forte contrasto con lo stato interiore di immobilità che la pietrificazione comporta. Con un lavoro che pone i suoi fondamenti nella tecnica improvvisativa, Paolo Scoppettuolo illumina le magiche vetrate dell’ARA PACIS di una luce che queste non avevano fin’ora mai fatto trasparire. Il compito è lasciato alla tecnica di cinque corpi esperti, che con sapiente atleticità e profonda interpretazione, dipingono il marmo bianco del complesso monumentale.

“Pietre”, Compagnia AlephAbbiamo voluto incontrare la coreografa Paola Scoppettuolo per conoscere più a fondo il suo lavoro; ecco il testo dell’intervista:

Gianpaolo Marcucci/ Ciao, Paola. Nella realtà italiana, tu sei una coreografa riconosciuta ed affermata. Vuoi raccontarci quando e come è cominciato il tuo lavoro? Paola Scoppettuolo/ Il lavoro professionale di insegnante e coreografa è materialmente iniziato oltre 15 anni fa. In realtà da sempre , fin da bambina mi incantavo a guardare le forme , i movimenti delle cose e delle persone, le loro andature e mi isolavo per ore con la musica a costruire il mio mondo immaginario. Non ho scelto di diventare coreografa, è accaduto , come un’esigenza ,come un bisogno irrefrenabile di urlare al mondo chi ero, cosa desideravo, come vedevo la vita.

GM/ Ci sono artisti ai quali ti ispiri o che comunque hanno avuto un impatto importante nella tua visione di danzatrice e coreografa? PS/ Si, sicuramente Alwin Nikolais e Pina Bausch, soprattutto perché nella loro danza ho sempre sentito la forte correlazione tra mente e corpo, cultura e movimento, parola e gesto nella ricerca quasi ossessiva di una gestualità sempre intenzionalmente significativa

GM/ Qual è la tua linea di ricerca? PS/ Sicuramente non è astratta (almeno per ora). Parto sempre da un “tema“ sia esso mitologico, pittorico o poetico. La danza non ha confini per me. La mia ricerca coreografica con i danzatori parte spesso dal laboratori, magari dalla visione di un quadro, dalla lettura di un verso, da una frase che ho sentito per caso; da lì ha inizio un percorso guidato di improvvisazione inizialmente istintuale che successivamente si codifica prende forma e linee nello spazio Assolutamente fondamentale nelle mie creazioni è la musica. Talvolta è il brano musicale stesso che mi aiuta a trovare le linee guida della ricerca, che evoca le mie visioni e le mie idee.

“Pietre”, Compagnia AlephGM/ Hai già lavorato su Sylvia Plath in precedenza, come mai la scelta di riaffrontare il lavoro di questa poetessa? PS/ Su Sylvia Plath non ritorno, Lei è sempre con me! Da quando l’ho scoperta anzi me l’hanno fatta scoprire (circa 3 anni fa) è stata la mia luce intellettuale e spirituale. Ho letto tutte le poesie, i suoi diari, la sua straordinaria biografia e mi sento sempre più vicina alla sua sensibilità di donna\poetessa.

GM/ Di fronte alla profonda crisi culturale che il nostro paese sta affrontando come reagisci in quanto artista? PS/ Continuo a lavorare e creare con pochi fondi ma tanta passione. Nonostante la coreografia sembri essere, in questa società attuale, l’attività più “ inutile “, io credo fermamente che il vero cambiamento verrà da lì, dalla creatività, dal coraggio degli artisti di cercare nuove chiavi per riaprire le porte della sensibilità del prossimo.

GM/ Prima di salutarci puoi ricordare ai lettori quando e dove potranno vedere in scena il tuo spettacolo? PS/ Certamente. Dopo le varie tournèe estive nazionali ed internazionali ed i successi raccolti in questi tre giorni all ‘ARA PACIS ( grazie anche al contributo di Zetema – Roma in scena ) Pietre sarà sul palco il 24\25 settembre alla CASA delle CULTURE (Roma), il 17\18 ottobre al TEATRO ARVALIA (Roma), il 14\15 novembre al TEATRO della DODICESIMA (Roma) e, in date da definirsi , in tournèe in SICILIA , in TOSCANA ed in ROMANIA.

Dall’11 al 13 settembre 2009 ARA PACIS lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli) 00100 Roma (RM) Compagnia Aleph “Pietre” Idea ,Regia e Coreografia: Paola Scoppettuolo Assistente alle coreografie: Stefano Fardelli Danzatori: Stefano Fardelli, Marialuisa Badulescu, Giacomo Galfo, Matteo D’Alessio, Marta Scarsella, M. Cristina Napoletano, Federica Ciavardini, Viviana Cascelli, Viviana Prunesti Musiche Originali: Fabrizio Massoli

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