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mercoledì 28 settembre 2011

C’ERA UNA VOLTA UN RE E UNA REGINA


di Paola Monaco

Italiane è la ballata del potere che si disgrega sotto i colpi del coraggio e della passione, di ataviche istituzioni che si sbriciolano come castelli di sabbia travolti da fragorose onde, di pregiudizi maschilistici e ottusi spazzati via da una brezza costante e leggera, direi quasi magica: la forza d’animo delle donne. Figure discrete, eppur energiche; combattive fino alla morte, tenaci e risolute: sono garibaldine e patriote convinte. Sono le signore del Risorgimento.
Emanuela Giordano decide di celebrare il 150° dell’Unità d’Italia, ricostruendo le gesta impavide di alcune tra le più interessanti protagoniste di quel tempo: Colomba Antonietti; Cristina di Belgioioso, Giuditta Tavani Arcuati, Giuseppina Calcagno, Tonina Masanello, Giannina Milli, Enrichetta Caracciolo, Antonietta De Pace, Sara Nathan. Ognuna con la sua ricchezza da svelare, con un’avventurosa esistenza da raccontare, con una meravigliosa bellezza interiore da custodire come esempio in questi tempi di magra. Sono donne di ogni estrazione, accomunate da un solo ideale: la libertà. Per tutte loro, le condizioni sociali sono un gravoso giogo da portare. La loro vita è dura, per la fatica fisica, per la lotta contro un destino già prestabilito, dentro un convento o accanto a un marito vecchio e tisico.
Sarà il desiderio di rivalsa, sarà la voglia di affermarsi, ma nulla riesce a frenare il loro vortice vitale. C’è chi, monaca a forza, va su e giù per i corridoi del convento a leggere ad alta voce i giornali rivoluzionari, minacciando il Papa di far scoppiare uno scandalo; chi, travestita da uomo, tira l’unica cannonata che fa fuggire l’esercito borbonico con la coda fra le gambe; chi si fa ammazzare con un figlio in grembo dall’esercito papalino, pur di seguire il marito fino all’ultimo istante di lotta; chi finanzia le insurrezioni e crea scuole, ospedali e laboratori; chi recita versi patriottici nei teatri di tutto il Paese, infondendo nei cittadini entusiasmo e temerarietà.
Fanno invidia e tenerezza, queste donne. Così ardite e fragili al contempo. La scelta delle tre voci narranti è eccellente: Maddalena Crippa, Lina Sastri e Tosca sono un concentrato di bravura, ironia ed espressività. Non si poteva pensare a combinazione più efficace. Ognuna di loro ha una propria personalità, un modo di essere che sa distinguersi e interagire in pieno a seconda dei momenti, come le pietrine vivaci e colorate di un caleidoscopio. Un tratto in comune, però, è evidente a tutti: sono interpreti eccelse. Sublimati dalla loro voce, i canti patriottici fanno venire i brividi e permettono allo spettatore di rivivere, direi quasi resuscitare, un amor patrio ormai assopito. Eclettiche e versatili, riescono perfino a passare da un dialetto all’altro, rappresentando tutte le realtà geografiche coinvolte nella rivoluzione. Il racconto, alternato agli intermezzi musicali di una singolare orchestra, diventa, così, più veritiero e credibile, favorendo alle attrici una più immediata identificazione con questi angeli terrestri, che qualcuno ha avuto la stoltezza di chiamare sfacciate meretrici.
La bandiera dei tre colori è sempre stata la più bella, canta il coro come preludio alla divertentissima e animata La bella gigugin. Il pubblico si lascia travolgere da questa esplosione di emozioni e accompagna la performance battendo le mani a tempo di musica.
Esaltare la patria vuol dire anche valorizzarne le risorse femminili. L’auspicio è che, nel nostro tempo, chiunque legga il passaggio del codice napoleonico che richiama la sottomissione della donna all’uomo per inferiorità, possa farsi una sonora risata liberatoria.
Lo spettacolo si chiude con la serenata Bella sei nata femmina: un delicato omaggio a tutte donne fiere di ieri e di oggi.

ITALIANE – BALLATA DELLE DONNE FIERE
Regia e drammaturgia di Emanuela Giordano
Con Maddalena Crippa, Lina Sastri, Tosca
Accompagnate dalla Bubbez orchestra
Coro della Casa Internazionale delle donne

20 – 22 settembre 2011, Teatro Argentina di Roma

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