
di Giacomo Rossetti
Un palcoscenico buio, una figura di donna statuaria, forte. Un telefono pubblico di allora e uno schermo. Questi sono gli elementi caratterizzanti la messa in scena, da parte della regista ed interprete Francesca Ballico, dello spettacolo “Cara Medea” di Antonio Tarantino.
Il monologo, inserito all’interno della rassegna Teatri di Vetro 2011, è ambientato lungo una strada, presumibilmente nel Veneto, dove una prostituta cecena parla al suo ex compagno ripercorrendo la sua e la loro storia.
Siamo negli anni seguenti la seconda guerra mondiale e Medea, una donna segnata dalla vita e dall’esperienza della guerra si trova a dover combattere di nuovo contro il suo passato. È stanca di spiegare, raccontare, giustificarsi e attaccare ma continua a farlo, con perseveranza, per non dimenticare e per rendere giustizia alla propria persona. La narrazione si svolge attraverso un uso compulsivo e frenetico del telefono, mentre una telecamera posta sopra l’apparecchio proietta il primissimo piano del suo viso che parla, ride, discute, si dispera. Le conversazioni raccontano di una lunga fuga dalla prigionia a bordo di camion condotti da uomini freddi e senza scrupoli che la accompagnano in cambio di prestazioni sessuali che in lei, ancora dopo anni, suscitano sdegno. Il cammino che conduce Medea alla libertà viene ricostruito non solo dal racconto della donna ma anche attraverso il mutare delle lingue che caratterizzano le sue telefonate: russo, albanese, polacco e friulano.
Arriva però anche per lei il momento del pentimento, della riflessione, della condanna, ed è in questo preciso momento che ci si rende conto che la tragedia ha già avuto luogo, lontano da quel telefono, da quella strada, da quei toni, aspri e rassegnati. Medea ha già commesso il suo crimine, ha ucciso i suoi due figli con un’accetta e il ricordo la tormenta, le fa male. Chiede perdono a Dio, ma mai al suo interlocutore conto il quale invece si scaglia con forza fino alla fine. La storia di Medea e Giasone rivive in due figure emarginate e lontane, perdenti nella società dell’immagine e della frivolezza, ma ricche di storia, di vita e di avventure, le quali hanno portato i due a una vita di rimorsi e di vergogna.
Teatri di Vita/ Francesca Ballico - Cara Medea
Scritto da Antonio Tarantino
Regia e interpretazione Francesca Ballico
Scenografia Daniela Cotti
25 maggio 2011 h 23.00, Teatro Palladium
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