
Debutta al tetro India lo spettacolo: “Attemps on her life”
Anna è la trama, il fulcro che tiene in equilibrio instabile i 17 corti teatrali che si inseguono sul palco. Anna, è la descrizione di una nascita. Non è mai in scena, anche se talvolta può sembrarlo, ma non se ne è certi. Anna nasce, vive, tenta il suicidio, compie atti eroici e si lascia andare a libidini e passioni, solo ed esclusivamente nelle menti degli spettatori. Diventano così due, esattamente come gli spettacoli, i palcoscenici che chi è seduto in poltrona si trova ad osservare: il teatro dove si svolge la scena formale, ed il proprio pensiero, dove i tasselli, gli indizi e le descrizioni fornite dai vari “non-personaggi” del testo danno vita alla costruzione di un’identità. Costruzione, non ricostruzione, perché Anna potrebbe non essere mai esistita. Gli ingredienti fondamentali cambiano di continuo, e mano mano che si va avanti, in una tempesta di idee manifeste, Anna viene strutturata destrutturata e ristrutturata senza pietà. Proprio come si fa con un personaggio di un romanzo in costruzione, o di una sceneggiatura. Anna viene fatta muovere dalle voci che sono sul palco, e si muove nelle proiezioni dei singoli. L’attore diviene sceneggiatore; mentre recita un dramma, ne scrive un altro. E’ lui che ci suggerisce le diapositive. E per questo non importa se Anna (o Anya, o Anouska, o cos’altro?) è disegnata come una ragazza depressa, una rifugiata politica, una terrorista internazionale, una marca d'automobile o una pornostar, Essa (e non si pensi che questo possa risultare una debolezza) è esclusivamente un prodotto narrativo, senza spazio e senza tempo, se non l’universale spazio e l’eterno tempo delle fantasiose speculazioni della mente umana.
Gianpaolo Marcucci
“Attemps on her life”
17 soggetti per il teatro
di Martin Crimp
traduzione Margherita D'Amico
regia Fabrizio Arcuri
consulenza drammaturgica Luca Scarlini
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