sabato 22 ottobre 2011
SOPRAVVIVERE… MA, SÌ.
di Federico Mattioni
Una donna scende
dalle scale con una valigia grande. Sale sul palco. Appende la giacca su uno
dei tre ganci che scendono dal soffitto. Su due di essi vi sono appoggiati
altri indumenti.
La donna srotola
subito parole e sentimenti, raccontando, mostrando, facendo vivere attimi di
gioia e di dolore, di frustrazione e disagio, momenti di sguardi tristi e di
sorrisi, di timidezza e sfacciataggine, fino al pianto e all’ironia, denudata
in tutta la sua fragilità e leggerezza.
Sopravvivere… è un monologo
dell’attrice Benedetta Cesqui, diretto supervisionando un testo a più
mani, che amalgama diversi racconti e frammenti letterari della scrittrice
francese Marguerite Yourcenar, dell’austriaco Stefan Zweig (conosciuto soprattutto
per la significativa novella Letter From
An Unknown Woman), di Eduardo De Filippo e persino alcune canzoni di Luigi
Tenco.
Uno spunto
autobiografico di rintracciamento di elementi delle vite degli autori,
attraverso una profonda analisi della propria.
Questa curiosa mescolanza,
questo insieme di stratificazioni umorali, finisce per creare un involucro
involuto attorno alla figura dell’attrice e regista che, nonostante la sua
bravura nell’esprimere tutte le sfaccettature di uno stato d’animo in subbuglio,
non riesce ad aprirsi veramente all’interno di quel dipanarsi di energia
emotiva che tenta di esprimere con gli occhi, con il cuore, e infine con il
corpo.
Quei tre ganci, un
manifesto e le parole di carta sui muri condensano una primitiva scenografia
che dimostra l’aridità dei sentimenti andati, all’interno della quale la regia acquatta
la forza drammatica dei testi.
Ma, nonostante
tutto, si può sopravvivere alle proprie lacrime mai finite, a un amore
spezzato, alla paura che quello stesso amore si spezzi; sopravvivere alla
rabbia, alla ribellione, al rancore, alle grida del cuore, all'incredulità,
all'incapacità di accettare il proprio destino; sopravvivere alla solitudine da
soli e alla solitudine in due; sopravvivere al dolore di un figlio, alle sue
lacrime, alle sue delusioni, ai suoi insuccessi... Sopravvivere, sì, sempre e
comunque. Per poter vivere. Possibilmente sorridendo.
Sopravvivere…
perché no?
Di e con Benedetta Cesqui
Messa in scena Dino Gentili
Disegno luci Gianni Staropoli
Musica e suoni Mila Monaco
Testi di Alessandro Cesqui, Errico Giachino, Eduardo De
Filippo, Marguerite Yourcenar, Stefan Zweig, Luigi Tenco
Teatro
dell’Orologio (Roma, Via dei
Filippini 17/a)
4-9 ottobre 2011,
ore 21.00 (sabato ore 18.00 e ore 21.00)
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