VERTIGINE – PARTE PRIMA
Vertiginosamente Auditorium!
di Katia Caselli

4 marzo 2010: La prima edizione del festival “Vertigine”, diretto da Giorgio Barberio Corsetti, ha inizio. C’è da ammettere che “Vertigine” aveva già fatto parlare di sé nei giorni precedenti l’apertura: Una lunga discussione riguardante la scelta degli spettacoli selezionati, ha visto protagonisti alcuni critici e addetti ai lavori della scena capitolina, rendendo per noi, ancor più intrepida l’attesa. 420 le proposte arrivate; 15 gli spettacoli selezionati, tra cui molti dei quali, già passati in precedenza per i palcoscenici romani.
Una domanda sorge spontanea: La scelta è si di qualità, ma in un festival che vuole esser piattaforma per giovani registi, ha davvero senso mostrare ciò che un abituale spettatore di teatro ha già potuto ampiamente assaporare durante le stagioni passate (2007/2008/2009)?
Non vogliamo trovare in queste righe una risposta; certo è però, che, grazie a Vertigine, finalmente gli spettacoli di casa nostra hanno avuto la possibilità d’esser stati visionati da una giuria internazionale ed uno di loro, il vincitore, arriverà addirittura ad incontrarsi/scontrarsi col tanto l’agognato pubblico estero.
Comincia la Kermesse:

Ore 18:00, Sala Petrassi: E’ qui che avviene il primo appuntamento. “Voilà” di Vincenzo Schino, ci porta in un mondo incantato, dentro la stessa struttura teatrale, dove, guardando mentre si è guardati, in una dimensione di disfacimento, è messo a nudo il farsi stesso del teatro. Di corsa ci si reca in Teatro Studio. Ore 19:30 “Dux in scatola. Autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito”. Questo è quello che adoro dei festival: correre da una parte all’altra, da un’estetica al suo esatto opposto, per il trionfo del nostro lato voyeristico, e tornare a casa completamenti sfiniti e sconfitti. Se la fortuna aiuta gli audaci, tra di essi si sono trovati gli spettatori che hanno avuto la possibilità di assistere a “Remember me”, di Sineglossa, spettacolo a posti limitati. Da una parete di legno spunta improvvisamente una giovane donna, una diva, che, spogliata radicalmente delle sue vesti, regalerà allo spettatore il suo intraprendere un processo di trasformazione/trasfigurazione che mano mano toglierà ad esso la possibilità di cogliere e distinguere la sua umana figura: uomo e donna, dicotomia alla base della vita umana, vicini e inseparabilmente afferrabili. In Remember me, nel momento in cui si cerca la forma dell’uno, subito ci si ritrova quella dell’altro; un’esperienza visiva davvero fantastica. Alle 21:30 il Teatro Studio ospita “Sequestro all’italiana”, di Teatro Minimo. Lo spettacolo ci fa sorridere ma lasciandoci un profondo senso di amarezza: che strano, proprio durante una manifestazione, qual’è “Vertigine”, dove la ricetta è interamente composta da prodotti italiani, ci ritroviamo con Santeramo e Sinisi a riflettere proprio sul significato di questa italianità. Con un giro di boa infine, ritorniamo nel luogo dove tutto ebbe inizio. Ore 22:45, Sala Petrassi: Babilonia Teatri presenta “Made in Italy”. Che dire, quella che vediamo, è la nostra Italia. Si conclude così il primo giorno. Se, a detta di qualcuno, il mondo è stato creato in 6 giorni, qui “Vertigine” è riuscita, in un sol dì, a restituire una panoramica della sperimentazione italiana che ben soddisfa la nostra voglia di fagocitare teatro.
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