Il giovane Regista Tiziano Panici porta in scena all’Argot una rivisitazione del testo di Berkoff “Kvetch”. I tavoli “per bene” non si riconoscono dalla forma che assumono, ma dalla distanza dei commensali che gli stanno intorno, e il tavolo su cui apre la scena di Panici, lo si nota, è un tavolo per bene. Per bene è in vero la realtà che si rappresenta, la realtà dello spettacolo, una realtà di incomunicabile paura, e spasmodica ricerca di fuggire da essa. Kvetch è un testo fenomenale. Quattro individui alternano i loro stati di coscienza, creando situazioni di esilarante verità. Un tavolo, un letto, una scrivania, tutto ricreato con due piani affiancati. E’ il dietro le quinte della vita di che è schiavo di qualcosa; del lavoro, del matrimonio, del divorzio. La schiavitù prende la sua forza dalla paura, non esiste miglior strumento di controllo, e la paura, e ciò che muove o rende statici i personaggi. Stupisce Panici, per la padronanza con la quale dirige gli attori, decisamente virtuosi, attraverso le insidie di un testo esperto quale quello di Berkoff. L’illuminotecnica, semplice ma efficace, affiancata da una scenografia essenziale, esalta ulteriormente la “verità” dell’opera. Si ride, e lo si fa senza freni, perché il dato è nudo e crudo; ma poi si riflette, ci si emoziona. E’ davvero uno spettacolo che vale la pena di vedere quello del giovane Tiziano, che non tradisce le aspettative che pesano sulle spalle di un nome, certo noto, come quello del padre.
Dal 26 gennaio al 7 febbraio 2010,
Ore 20,45 – domenica 18,45
Teatro Argot Studio
KVETCH (Piagnistei)
di Steven Berkoff
regia Tiziano Panici
con Ivan Zerbinati, Laura Bussani, Jacopo Bicocchi, Simone Luglio
Gianpaolo Marcucci
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